non
siamo arenati né smarriti per le vie di Vicenza, solo un po' silenti e
leggeri nel nostro andare, come la poesia puo' essere di natura.
Gli ultimi icontri ci hanno visto in contesti gentilmente aperti al gruppo, in casa di soci Spritz Poesia.
Contesti
peraltro molto affini alla declamazione dei versi, in primis di Emily
Dickinson, in un salottino con vetrate vista vialetto all'inglese,
ingentilito da fiori e cespugli verdeggianti, alle pareti ci
deliziavano i dipinti meravigliosi di Marcello.
Abbiamo
scoperto molte cose, da letture e confronti su Emily, non per ultimo che
il suo vivere ritirato e il suo scrivere limitato alla sua stanza, era dettato da una malattia difficile da vivere e che incideva nello scrivere.
Abbiamo
proseguito, e proseguiremo ancora una volta, con Garcìa Lorca, genesi del
folklore andaluso che è la base della sua poesia.
In
quel mondo Lorca ritrova l'istinto della sua natura, il grido d'amore,
la fiamma del dolore, il canto di gloria, il desiderio di vita.
"Ti condurrei,negli autunni, al bordo dei verdistagni infinitia vedere i neonati di giovani fatee a guardarei placidialberi sfioriti".
In questo "essere" si avverte la sua musica che ne esalta il linguaggio e la spontaneità.
Una poesia che si fa rappresentazione, teatro.
E
anche questo grande autore, lo abbiamo vissuto nel piacere di una bella
presentazione del nostro gentile ospite Luciano che, a lungo, ci ha
parlato della poesia di Lorca, della sua vita, il tutto in una luce
soffusa della sala giardino immersa nel verde.
Era
proprio così, ascoltavamo versi e i nostri occhi potevano spaziare da
un roseto ad un'alta cima d'albero secolare, mentre lo scroscio cupo
del temporale un pò sovverchiava la parola del nostro affabile ospite.
Bene se di Garcìa Lorca ancora vorrete sentire, sapere, declamare, ci ritroveremo la prossima volta in città:
Caffè Amaro - Contra' Carpagnon
(fronte parcheggio Villa Eretenia)
lunedì 3 giugno - ore 18:00
Patrizia C.
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